Questa volta vogliamo tentare un
esperimento poetico: postiamo lo stralcio di un poemetto dedicato
all'impegno civile e civico scritto da un autore del nostro comune.
Questa cartolina poetica parla del
nostro territorio, della sua conservazione e di quanto i cittadini si
sentano coinvolti dalle questioni pubbliche che non toccano la
propria sfera privata:
Canto
incivile
dove
nasce l'impegno politico e
dove muore
Quando,
approfittando del torpore dell'estate,
le
ruspe abbatterono il palazzo dei Girami,
i
camion portarono in discarica le travi di quercia,
le
macerie dei soffitti affrescati
e
la testimonianza dell'identità fondativa del mio paese
(autorizzati
dall'ignoranza e dalla cattiva fede
di
chi era rimasto a guardare).
Pensai
che se così era stato fatto
era
perché non si poteva fare altrimenti,
conformandomi
al mio conformismo borghese
e
al punto di vista della scimmietta
con
le mani davanti agli occhi.
Fu
il vento di quel crollo a farmi comprendere
che
dirsi “è così che vanno le cose”
faceva
di me l'inconsapevole complice dei carnefici.
(“Chi
non è colpevole è complice” mi dissi).
Incoraggiate
dal silenzio
di
un popolo assente e bue
le
ruspe sollevarono la polvere
sulla
nostra beata ignoranza,
abbatterono
i ballatoi dei vecchi cortili
scavarono
le fondamenta per caseggiati
che
sarebbero rimasti invenduti,
sradicarono
i roseti dalle radici tenaci
avvinghiate
agli intonaci della facciata.
I
roseti ricresceranno, mi sono detto,
possono
crollare le mura,
se
ne possono innalzare di nuove
(anch'esse
destinate a essere abbattute)
ma
le rose non potranno essere strappate,
rinasceranno
ancora uguali a se stesse.
(“Tutto
distrugge la volgare fiumana
dei
pii possessori di lotti”).
Dalla
finestra della mia cucina
per
qualche tempo entrò una luce nuova
(precedentemente
negata dall'incombenza
il
progresso reclamò mura più alte,
(prive
di posti auto sufficienti preventivati a progetto).
Sono
sfioriti dagli intonaci antichi
i
colori sul volto della madonna
dell'affresco
paesano sotto il portone
del
cortile con le case di ringhiera abbattute.
L'anziano
pittore che ha smesso di dipingere
perché
le mani non seguono più
le
indicazioni della mente
autografando
il libro di ricordi
“Nei
seminari insegnino storia dell'arte,
il
patrimonio culturale del nostro paese
è
in larga parte in mano ai preti
che
di arte, notoriamente,
Se
quel cortile è stato abbattuto
è
perché ha ricevuto il beneplacito
di
quel sant'uomo del nostro parroco
che
bestemmiando si era giustificato:
altro
non siamo che nostalgici passatisti,
lenti
a comprendere i cambiamenti,
illusi
che quello che era stato
fosse
quello che era stato da sempre
e
che per sempre avrebbe dovuto essere.
Dimenticando
che prima del nostro passato
Si
organizzino collette strapaesane,
vendite
di torte casalinghe e di dolcetti
per
ingaggiare il pittore che compia il miracolo:
mettere
d'accordo mangiapreti e passatisti,
far
rifiorire le aureole e gli sguardi,
restaurare
una madonna e un passato posticcio
che
ci ricordi chi eravamo
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