domenica 29 novembre 2009

Striscie gialle, pedali, parcheggi e portoni protetti

Riceviamo questa cartolina da lainate.
In realtà è stata indirizzata in prima battuta al settimanale Settegiorni, nelle cui pagine è stata pubblicata in versione sintetica per comprensibili questioni di spazio.
Rigiriamo la cartolina in versione integrale:

" Vi scrivo a seguito dell’articolo titolato “piste ciclabili pericolose...” pubblicato su settegiorni del 20 Novembre 2009, nel quale viene aspramente criticata la sperimentazione di una corsia ciclabile lungo via Umberto 1° a Lainate..
Premetto di essere conscio del fatto che qualsiasi nuova proposta rischia di scontrasi con il disaccordo e l'opposizione di chi, legittimamente, ha punti di vista e opinioni differenti, di chi vuole salvaguardare i propri interessi personali più o meno egoistici
Spiace però constatare che un progetto concepito come tentativo di miglioramento della qualità della vita collettiva abbia trovato una tale vibrante opposizione.
Ciò che ulteriormente spiace è il taglio dell'articolo il quale pare far intendere che buona parte della cittadinanza sia contraria alla sperimentazione e l’abbia bocciata senza appello, quando in realtà le lamentele arrivano da qualche residente di un palazzo che fiancheggia il tratto finale della pista.
Per questo motivo desidererei esprimere il mio punto di vista e confutare punto per punto le argomentazioni negative elencate all’interno nell'articolo.
Nell’articolo la corsia ciclabile viene definita “inutile e inutilizzata”, rispondo che un tale giudizio può arrivare solo da chi è abituato ha utilizzare sempre e solo l’automobile anche per i brevi spostamenti, chi al contrario è abituato a pedalare non può che usufruire della pista rendendola utile e utilizzata.
Inoltre la pista viene definita ”mal strutturata e pericolosa”, in effetti pericolosa lo è, pericolosa per i ciclisti, tanto quanto lo è ogni tratto di strada da condividere con le automobili, e lo è comunque meno di quanto lo fosse prima che venisse posta la segnaletica orizzontale. La soluzione migliore sarebbe prevedere un cordolo divisorio, ma considerata “l‘indignazione” provocata da una striscia gialla disegnata sull’asfalto non oso pensare cosa potrebbe scatenare la realizzazione di un cordolo in cemento.
Nell'articolo si polemizza inoltre sul fatto che “i ciclisti continuino ad andare anche in mezzo alla strada “, faccio notare che la pista è stata progettata proprio per ovviare a ciò.
Ci si lamenta soprattutto del fatto che “si rischia di trovarsi la bicicletta addosso prima di aver messo il muso della macchina fuori dal cancello”, mi stupisce una simile affermazione considerato che tra il portone e la pista esiste un ampio marciapiedi sul quale camminano i pedoni. Voglio sperare che fino ad ora prima di metter il muso della macchina fuori dal portone i residenti pronti a scendere sul piede di guerra si siano curati anche del passaggio dei pedoni.
Infine per quanto riguarda i pochi posti auto sacrificati vorrei ricordare che la realizzazione della ciclabile è un'azione tesa ad incentivare l'utilizzo della bicicletta da parte dei cittadini, eventualità che se venisse realizzata renderebbe superflui ben più dei tre parcheggi mancanti.
Vorrei terminare con una osservazione che potrà apparire ovvia: le biciclette hanno diritto di circolare tanto quanto le automobili e fino a prova contraria sono ciclisti e pedoni gli utenti deboli della strada e come tali vanno tutelati.
Siamo di fronte al paradosso di ritenere fastidioso e da osteggiare un mezzo ecologico che non inquina, non fa rumore, occupa poco spazio e si muove a una velocità umana mentre accettiamo come inevitabile la convivenza con mezzi a motore rumorosi, inquinanti, ingombranti e potenzialmente letali e a loro concediamo pienamente le nostre strade e le nostre città.
E' ora che questa tendenza venga invertita e che le strade tornino ad vissuto e non solo transitate.
Debba poi fuori dai denti questa protesta anticiclabile mi appare come l'apoteosi del “not in my backyard (non nel mio giardino)”, mi pare che la realizzazione di questo progetto virtuoso venga criticata da chi si sente costretto a spendere un supplemento di attenzione quando “mette il muso della macchina fuori dal portone”."

Giuseppe Airaghi

5 commenti:

  1. Sono un ciclista della domenica, purtroppo uso poco la bici ma devo dire che sbucando dalla pista che passa di fianco al villoresi e trovandomi la pista ciclabile, sabato ho fatto volentieri un salto in piazza e mi sono fermato a fare compere. Se non ci foisse stata avrei tirato dritto. Concordo con la lettera di Giuseppe, mi auguro altre 100 di queste iniziative.

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  2. Pienamente in accordo con quanto scritto.

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  3. Premesso che esistono leggi e regolamenti (vedi ad esempio CdS. Art.13 Norme per la costruzione e la gestione delle strade), che NON dovrebbero subire l'interpretazione dei singoli cittadini, bensì dovrebbero garantire i diritti della comunità, SOPRATTUTTO delle fasce più deboli, quelli che per inciso, sono i primi fruitori di questi spazzi pedonabili e ciclabili. Ebbene, queste leggi sono tassative per le costruzioni di nuove strade, mentre diventa sempre più impellente l'adeguamento alla norma per le vecchie. Buon gioco lo fa l’adeguamento all’UE.
    Pertanto caro Giuseppe, condivido quel che dici e colgo con favore il tuo spiccato senso civico; mi rammarico solo di constatare anche da parte tua, la predisposizione di accettare che le leggi vengano applicate solo parzialmente. Una pista ciclabile, non è una sperimentazione a rischio e pericolo dei fruitori o di chi la deve attraversare uscendo dal portone. E’ un percorso disciplinato dal Codice della Strada. Prima che questo venga utilizzato, deve subire un formale collaudo firmato dal tecnico comunale che assicura la corrispondenza a tutte le norme e l’applicazione di quelle segnaletiche, fisse o provvisorie, previste per legge fintanto che l’utenza della strada possa percorre il suo tragitto senza rischi per se stesso o a terzi.
    Purtroppo, in Italia passa sempre il presupposto che le leggi esistano per essere infrante.
    Magari confronteremo la mia “chiusura” con la tua rinomata “apertura” davanti a una bella birra fresca, ma questo vale anche per il PII con i suoi limitati parcheggi e tutto il resto...

    Ciao Ale

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  4. grande ale
    nei confronti della birretta fresca la mia apertura è completa anche in inverno.
    Incontriamoci oltre che per la birretta anche per farci contagiare dalla tua carica e dalla tua sana e ben informata indignazione

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  5. Caro Senso Civico la questione che sollevi non è di poco conto ed è il cruccio che ci attanaglia tutte le volte che ci confrontiamo con la nostra amministrazione pubblica; tu hai ragione, esistono delle leggi e teoricamente non andrebbero interpretate ma semplicemente applicate alla lettera. Il problema è che nella realtà non è così quasi mai, purtroppo o per fortuna siamo in italia ed è nell'indole del nostro popolo non avere mai un giudizio bianco o nero, ma sempre con sfumature. Anche a livello nazionale non c'è mai un politico che ha ragione ed uno che ha torto, ci sono sempre sfumature. Le leggi anche a livello nazionale vengono interpretate a proprio uso e consumo (ce lo insegna anche il nostro beneamato premier che se le fa anche su misura), ed a livello locale non si è da meno. Negli ultimi 5 anni di impegno civico sia io che i miei compagni di viaggio abbiamo maturato un approcio ai problemi fatto di piccoli passi e ti piccoli obbiettivi raggiungibili. So che può sembrare limitativo, ma ci siamo resi conto che combattere perchè il piano integrato di barbaiana fosse completamente bloccato e stralciato in quanto un oscenità in tanti i suoi punti significava partire a fare una guerra già persa. Ci siamo resi conto che il piano si sarebbe fatto comunque indipendentemente dalla nostra volontà e quindi abbiamo optato per raggiungere quel minimo di obbiettivi alla nostra portata che avessero reso il piano un pò più umano. Possiamo fare lo stesso discorso anche per la pista ciclabile: quello che tu sostieni è sacrosanto, ma imporre all'amministrazione il rispetto di quelle regole comporterebbe oggi la cancellazione della pista ciclabile che in quel punto attende di essere fatta da 10 anni. Adesso che c'è sarà nostro impegno massimo fare in modo che venga messa in sicurezza al meglio possibile.
    Direi però di continuare questa discussione davanti alla famosa birretta fresca, naturalmente paga Geppo.

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