Lamentarsi delle inefficienze dell'amministrazione pubblica è da sempre sport nazionale assai praticato. Talvolta anche noi vi indugiamo compiacendoci.
E’ un'attività facile, non impegna più di tanto e a chi lo pratica regala la soddisfazione di sentirsi impegnati e attenti oltre che anticonformisti.
Indignarsi, pretendere, fare del sarcasmo sono inoltre attività che possono rivelarsi una salutare valvola di sfogo.
A tale proposito si potrebbe aprire una parentesi sul ruolo che riveste nella società attuale la figura dell'indignato da salotto, del ribelle da computer, del politologo da bar, del disubbidiente da telecomando, sempre pronto a lamentarsi ma mai a proporre o a spendere il proprio tempo in prima persona.
Tale parentesi rischia però di rivelarsi troppo ampia e di portarci fuori strada; per questa volta sorvoliamo confidando nella possibilità di aprirla in una futura occasione.
Sport meno praticato è quello in cui si rende merito alle cose ben fatte, in cui si da a Cesare quel che è di Cesare. E' in effetti uno sport più difficile, che regala minori soddisfazioni e richiede una certa dose di umiltà; tra l'altro praticandolo si corre il rischio di essere accusati di piaggeria o di partitismo.
Ritenendoci immuni da tali accuse e per non fare sempre la parte di quelli che criticano e segnalano solo i lati negativi delle cose per questa volta abbandoniamo la pratica dello sport nazionale e segnaliamo alcuni lavori, a nostro giudizio, ben fatti.
Non ci riferiamo ai grossi interventi che stanno interessando o interesseranno la nostra cittadina e di cui avremo modo di parlare compiutamente in altre occasioni, ci riferiamo a opere minime riguardanti la ciclopedonabilità.
Lavori di manutenzione che danno il senso della cura di un luogo e che servono a renderlo migliore, maggiormente sfruttabile e vivibile.
Lavori che come associazione avevamo sollecitato e che, con soddisfazione, vediamo ora realizzati.
Alcune delle criticità risolta da tali lavori facevano parte delle segnalazioni che stiamo raccogliendo nell'inventario sulle mancanze ciclabili
Il risultato di tale inventario verrà protocollato a breve e consegnato all'amministrazione nella speranza di essere di aiuto nell'individuazione delle manutenzioni necessarie a rendere il nostro comune più percorribile per pedoni e biciclette e di conseguenza anche per gli automobilisti.
Diamo quindi a Cesare quel che è di Cesare:
rendiamo atto della sistemazione di un dosso di limitazione velocità in via Friuli che permette la continuità in sicurezza del percorso ciclopedonale ( il fantomatico cannocchiale) che collega via Prima Strada a via Grancia.
Rendiamo atto della sistemazione definitiva dello scivolo di ingresso della ciclabile di via Prima Strada e ne approfittiamo per lanciare un accorato appello:
Non lasciamo solo quel tratto di pista! Abbiamo fatto trenta facciamo trentuno: colleghiamo questo tratto a quello che costeggiando il Bozzente porta alla zona mercato delle frazioni.
Sono due tratti separati da qualche centinaio di metri di asfalto , di terra, di dossi e di parcheggi, qualche centinaio di metri che impediscono ai due tratti di congiungersi e di essere finalmente felici e realizzati e che impediscono ai cittadini di usare compiutamente i percorsi protetti per pedoni e ciclisti.
Rendiamo atto del ripristino della segnaletica orizzontale che delimita la lunga corsia ciclabile di via Pogliano
Rendiamo atto della risistemazione dei parapetti lungo la ciclovia del Villoresi.
Non sappiamo se sia stato un lavoro effettuato direttamente dal comune di Lainate o dal consorzio Villoresi o dalla provincia responsabile del progetto Mibici ma comunque rendiamo atto.
Infine rendiamo atto della sistemazione di una fontanella a disposizione degli assetati presso il percorso vitae del Villoresi.
Per questa volta abbiamo abbandonato lo sport nazionale e abbiamo cercato di dare a Cesare ciò che era suo, ma ci piace ribadire un fatto: il compito che ci siamo prefissati non è questo ma al contrario è quello di pungolare Cesare/amministrazione a dare il meglio di se per il bene dei cittadini e del territorio che è stato chiamato ad amministrare.
sappiamo quando questi lavori hanno havuto il benestare dal comune?
RispondiEliminami è caduta un acca di troppo!!!
RispondiEliminaCaro anonimo la sua domanda è più che legittima.
RispondiEliminaSempre che sia stata da noi interpretata correttamente.
Ci chiede se esiste la possibilità che i lavori elencati in questo post siano stati programmati da tempo e quindi magari anche dalla precedente amministrazione, lasciando intendere che, se così fosse, ci sarebbe un Cesare precedente a cui dare ciò che gli spetta?
Confessiamo la mancanza, non sappiamo quando siano stati autorizzati questi lavori ma ci permettiamo una provocazione: la questione ha una rilevanza relativa.
Nella alternanza delle cariche pubbliche l'ultimo arrivato deve sobbarcarsi pregi e difetti insiti nelle azioni di chi lo ha preceduto, per cui anche se dovrà solo terminare un lavoro iniziato da altri a lui dovremo chiederne conto.
Quello che a noi premeva era segnalare i lavori fatti per tentare di migliorare la mobilità ciclabile, lavori minimi di cui la cittadinanza aveva segnalato la necessità e che volevamo lodare affinchè vengano seguiti da altri ancor più importanti.
Riprendo il vs trafiletto e vi chiedo di non provare vergogna quando vi lamentate. Vi chiedo se possibile, di non minimizzare il valore della contrapposizione popolare fatta di critiche più o meno giuste. Vi chiedo infine di non disprezzare tale attività assimilandola allo sport nazionale più diffuso. Magari lo fosse… In buona fede, presumo, con queste parole avete corrisposto al desiderio del politico che non vuole critiche e non accetta il giudizio negativo degli elettori, il desiderio di colui che pretende dal cittadino sofferente l'elogio su quel che viene fatto. Sbagliato! Non è questo il ruolo dei cittadini che si impegnano a pungolare le amministrazioni comunali.
RispondiEliminaSemmai ci fosse un Cesare a cui bisogna riconoscere qualcosa, questo cesare è tra noi. L'adeguamento una tantum di un DOVERE AMMINISTRATIVO non merita proprio nulla. La cittadinanza paga un obolo sufficientemente cospicuo in cambio servizi veri e continui; vive con i suoi concittadini nel rispetto delle tante regole che circondano la sua vita privata e professionale, regole e leggi su cui veniamo puntualmente sanzionati ogni qualvolta sgarriamo.
Come sapete, con grandi sacrifici e poca soddisfazione, anche noi gestiamo un blog e non mi piace l'idea di rappresentare "la figura dell'indignato da salotto, del ribelle da computer, del politologo da bar, del disubbidiente da telecomando, sempre pronto a lamentarsi senza mai proporre… (proporre cosa poi, non si capisce) o senza mai spendere il proprio tempo in prima persona". Io/noi non abbiamo proprio nulla da proporre e non abbiamo un ruolo che ci consente di farlo. Ricopro il ruolo dell'utenza civica, fruitore di servizi lautamente pagati, coloro che devono andare a lavorare per mantenere la famiglia e pagare le tasse.
Tale parentesi forse meriterebbe proprio di essere aperta, e visto che l'avete anticipata sono proprio curioso di capire. Soprattutto vorrei un esempio di una qualunque attività che possa funzionare con questa logica, oltre, ovviamente, l'attività intrapresa dalle pubbliche amministrazioni comunali.
Ciao
Alessandro
A beneficio di chi legge ci preme innanzitutto sgombrare il campo da qualsiasi equivoco: lo scambio di commenti tra noi e gli amici dell'osservatorio senso civico non è il risultato di una gretta polemica tra blogger.
RispondiEliminaIl nostro apprezzamento nei confronti del loro impegno è totale e l'appunto riguardante "i ribelli da computer" presente in questo post non era certo rivolto a loro.
Inoltre non era nostra intenzione disprezzare ne "minimizzare il valore della contrapposizione popolare" e della “critica pubblica”; ci mancherebbe altro, dato che sono le azioni che come blog vorremmo esercitare e che vorremmo fossero esercitate da tutti i cittadini che hanno a cuore il proprio territorio e che usano il proprio spirito civico e critico senza pregiudizi di schieramento .
Il nostro sarcasmo era invece rivolto nei confronti dei tanti che si limitano ad esprimere i propri mugugni e le proprie lamentele nel cerchio delle loro chiacchiere quotidiane senza esplicitarle in modo diretto a chi dovrebbe esserne il destinatario.
Comprendiamo il timore degli amici dell'osservatorio: in larga parte della cittadinanza si è instaurata la convinzione che le istituzioni esistano per sfruttare il cittadino e non per aiutarlo, convinzione che sfocia nella disillusione, nel qualunquismo e nella rassegnazione;
si finisce per perdere persino la voglia di criticare.
Lo ribadiamo il nostro sarcasmo non era rivolto nei confronti dell'esercizio della critica civica ma nei confronti degli sterili, generalizzati e frequentemente poco informati mugugnatori in pantofole.
Per quanto poi riguarda poi significato che volevamo dare alla parola “proporre”, non era da intendere come preparazione di un progetto completo da sottoporre all'amministrazione ( usiamo questo esempio perché paradossalmente è cosa che ci è stata chiesta) ma la parola “proporre” andava intesa come chiedere, pretendere, segnalare, avanzare delle idee. Azioni lecite e che richiedono sforzi minimi.
Su una sola cosa ci troviamo in disaccordo con gli amici dell'osservatorio: noi pensiamo che i ringraziamenti siano segni di cortesia e di apprezzamento e come tali non vadano negati a chi compie azioni positive, nemmeno alle istituzioni quando compiono il proprio “dovere amministrativo”.