Abbiamo ricevuto questa "Cartolina da Lainate" e la sottoponiamo alla vostra attenzione:
"E se riducessimo a 30 km ora la velocità nei centri urbani? Non passa giorno che sulle nostre strade un ciclista o un pedone venga investito, ferito e ucciso. L’ultimo evento la scorsa settimana a Lainate dove una giovane persona è stata investita da un’automobile.
"Non l’ho vista, non l’ho visto".Spesso è questa la prima frase che un automobilista dice, se si ferma, dopo aver investito un ciclista o un pedone. La seconda di solito è di questo tenore, “ha attraversato improvvisamente” oppure “si è spostato al centro della strada tutto in un colpo”. Non sono pochi i casi in cui, i famigliari dei ciclisti o dei pedoni investiti lanciano disperati appelli per la ricerca di testimoni che possano aiutare a capire cosa è successo.Non l’ho vista/o.
"Non l’ho vista, non l’ho visto".Spesso è questa la prima frase che un automobilista dice, se si ferma, dopo aver investito un ciclista o un pedone. La seconda di solito è di questo tenore, “ha attraversato improvvisamente” oppure “si è spostato al centro della strada tutto in un colpo”. Non sono pochi i casi in cui, i famigliari dei ciclisti o dei pedoni investiti lanciano disperati appelli per la ricerca di testimoni che possano aiutare a capire cosa è successo.Non l’ho vista/o.
Probabilmente gli autisti di veicoli a motore non vedono veramente gli altri soggetti, ciclisti e pedoni, che circolano sulle strade. Non li vedono perché sono fermamente convinti che la strada sia un luogo dedicato solo a loro. Non comprendono perché sulla strada che stanno percorrendo ci sia anche qualcosa di diverso dal loro mezzo. Che sia un cane, un gatto, un ciclista, un riccio, una rana o un pedone. Non è comprensibile che questo oggetto estraneo stia proprio occupando la loro strada e gli stia impedendo di raggiungere il più velocemente possibile qualche strana meta.
Già fanno fatica ad accettare che altri automobilisti siano sulla loro strada proprio in quel momento li. Che stiano andando proprio dove deve andare lui. Perché solo lui ha tutte le giustificazioni per essere li e non capisce come mai gli altri non capiscono questa cosa. Nessun motivo vale la vita degli altri. Nessuno ti uccide se arrivi tardi al lavoro o porti tardi il figlio a scuola. E fondamentalmente c’è da ricordare che il codice della strada dice che il “velocipede” è un veicolo e come tale si deve muovere sulla strada, insieme agli altri.
Molte amministrazioni comunali compresa quella di Lainate stanno facendo interventi importanti, ma questo non basta. Il numero delle vittime tra i “soggetti deboli” della strada è sempre troppo alto. Qualsiasi intervento sulle strade, segnaletica, piste ciclabili, marciapiedi e il controllo sul loro rispetto è estremamente necessario ma anche inutile se non comincia avviare un ragionamento rispetto al fatto che le nostre strade sono sempre più piene di automezzi. Sembra sia impossibile per un automobilista lasciare il piede dall’acceleratore, deve fare uno sforzo tremendo. Come se fosse questione di vita o di morte arrivare primo alla prossima coda. Le automobili sono tantissime e, come l’acqua che scorre, occupano tutti gli spazi disponibili. Quelli dedicati a loro e anche tutti gli altri. Si parcheggia nei posti più strani si accendendo le luci di emergenza come se questa azione legittimasse l’abuso commesso. Alcuni si arrabbiano perché tu non capisci quanto sia urgente e necessario, per loro, fermarsi davanti alla lavanderia per ritirare le mutande. Gli automezzi per le strade sono tantissimi, sono sempre più larghi e più grossi, sono sempre più silenziosi e molto spesso li senti ormai quando ti sono vicinissimi e vanno troppo veloci.
Ormai si cerca di recuperare nel centro abitato una velocità che non c’è più sulle strade interurbane.
Si percorre via Manzoni o via Monte Grappa a 50 km all’ora, anche se ci sono bambini e genitori che vanno o tornano da scuola, per arrivare velocemente giù dal cavalcavia, e andare a 20 km che è la velocità media delle interurbane. Diciamocelo francamente tutti sappiamo che il problema è la velocità. Perché è strano pensare che nel centro abitato i mezzi debbano andare a non più di 30 km orari? Si riduce l’inquinamento atmosferico e rumoroso e si riducono i rischi che i soggetti deboli della strada si facciano malissimo. I pedoni e i ciclisti che frequentano le nostre strade non sono extraterrestri, fermo restando che questo non è un buon motivo per schiacciarli, ma sono i nostri concittadini sono i conoscenti sono le persone con cui lavoriamo, sono i nostri amici e famigliari.
Ma anche se non lo fossero sono esseri umani.
Claudio Stellari
Per meglio spiegare cosa è la zona 30 prendiamo a prestito uno estratto dalla proposta avanzata dagli amici di SOS NERVIANO:
.....La "ZONA 30" è una forma di intervento urbanistico per la moderazione del traffico nella viabilità urbana. È stata introdotta in Italia nel 1995 all’interno delle Direttive per la redazione dei Piani Urbani del Traffico (PUT). Come si evince dal nome, la "ZONA 30" è quell’area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 km/h invece dei normali 50 km/h previsti dal codice stradale in ambito urbano. La minore velocità consentita permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni. Le "ZONE 30" si possono realizzare in qualsiasi città, se si ha l’accortezza di avere strade adiacenti con velocità di percorrenza non superiori a 50 km/h. Se così non fosse, ad esempio se si hanno strade con velocità di percorrenza di 70 km/h, occorre prevedere zone con velocità intermedie di 50 km/h. Nelle "ZONE 30" il progetto deve prevedere interventi che favoriscono pedoni e ciclisti come la riduzione dello spazio di circolazione automobilistica a favore dell’aumento dello spazio riservato alle piste ciclabili e ai percorsi pedonali, la creazione di aree adibite a scopi sociali.
Per favorire la riduzione della velocità dei motoveicoli occorre prevedere una serie di interventi strutturali come i rallentatori ottici e/o acustici, i dossi, i rialzi agli incroci, i cuscini berlinesi, le rotatorie e le isole spartitraffico senza creare ostacoli ai mezzi di soccorso.
L’istituzione di una "ZONA 30" comporta un aumento della sicurezza stradale. Riducendo la velocità dai 50 km/h ai 30 km/h si riduce di oltre la metà lo spazio di arresto e un concomitante aumento del raggio del cono visivo di chi conduce il veicolo. Le statistiche indicano che nelle "ZONE 30" il numero di incidenti si riducono del 40%, il numero dei feriti del 70% e le lesioni fisiche sono meno gravi. Con l’istituzione di una "ZONA 30" si riduce la fasi di accelerazione, con conseguente diminuzione del consumo di carburante e di emissioni inquinanti (monossido di carbonio, ossido di azoto, polveri sottili). Anche la rumorosità del traffico si riduce di circa 5 dB. In presenza di siepi e di alberi la riduzione si riduce ulteriormente. Per gli spostamenti brevi i cittadini sono psicologicamente stimolati a percorrere a piedi o in bicicletta l’area e non utilizzare l’auto.....
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RispondiElimina30 KM E' TROPPO ..POTREMMO SCENDERE E SPINGERE LA MACCHINA..COSI EVITEREMO DI VIOLARE IL COD STADALE...NON VI PARE ?..IL CAMBIAMENTO E' E DEVE ESSERE NELLE MODIFICHE STRUTTURALI DELLA VIABILITA...
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RispondiEliminaho sempre proposto di chiudere il centro alle auto e ho dato anche itinerari bus per ben 2 volte...Inoltre si possono mettere i pilon-matico come ormai vi sono in molte città (Legnano, Lodi... ) epoi basterebbe una vera disciplina automobilistica.. Proprio ora mi ha superato un 48cc a 100 all'ora... fai te!!!!
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RispondiEliminaPROPORRE E' UNA COSA.. IMPORRERE E' UN ALTRA ..DISCIPLINA..AUTOMOBILISTICA ?SI MA HAI RAGAZZINI DI OGGI.COLORO CHE HANNO PERSO RISPETTO PER TUTTO..30KM ORARI..METTEREBBERO CHIUNQUE A RISCHIO DI MULTE E PUNTI NELLA PATENTE QUANDO SI POSSONO STUDIARE PERO' VIABILITA CICLABILI ALLETTANTI..
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RispondiEliminaanche ciclabilita allettanti..erano state proposte dal sottoscritto del tipo viale italia lato numeri civici dispari, al lazzaretto e il ripristino delle campestri per la ciclopedonabilità
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RispondiEliminaMARINO MI AUGURO CHE TU ,O VOI ALTRI TUTTI ,POSSIATE LAVORARE IN ARMONIA PER CIO CHE MEGLIO SIA PER IL FUTURO DEL PAESE CIAO MARINO ..GRAZIE
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RispondiEliminaNon credo sia tanto un discorso di velocità quanto di cultura e rispetto, il rischio fuori dal centro abitato di essere travolti è sicuramente maggiore che non in "paese", con conseguenze ben peggiori visto le velocità tenute.
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RispondiEliminaok tante persone guidano senza fare attenzione è vero...ma in centro a Lainate non avete mai fatto caso a come si comportano i ciclisti? Solo uno su dieci usa la ciclabile (spesso in strada sono in contromano sul pezzo di via Re Umberto prima del semaforo) e tagliano in continuazione la strada alle macchine... Capisco che le persone anziane magari non hanno la patente e ignorano il codice, ma qui si tratta anche di giovani. Posteggiare in via Litta spesso è uguale a farsi il segno della croce tra pedoni che scendono dal marciapiede e bici che per salirci passano dietro alle macchine in retro.
Non sono d'accordo. Porre questo tipo di limiti è inutile e dannoso per la salute degli automobilisti (perchè ce l'hanno anche loro, anche se non vanno in bici). Non è sempre detto che si possa prendere la bici per andare dove si deve andare, a volte, sfortunatamente, si è costretti a prendere la macchina. Porre questi limiti fa solo innervosire la gente e preferisco, a questo punto, una chiusura totale del traffico. Non fatemi più passare di lì e la situazione si risolve.
RispondiEliminaCaro Anonimo, purtroppo o perfortuna a questo mondo ed in questo comune non esisti solo tu e le tue necessità. Ci sono anche i residenti ed i commercianti del centro che devono poter accedere, o semplici cittadini che devono comunque obbligatoriamente passare di li. Ma sei proprio sicuro che fare quei pochi centinaia di metri a 30km/h invece che a 50 (quando va bene) possa così devastarti la vita? E se questa devastazione dei tuoi diritti agevola la vita di molte altre persone e permette una serena convinvenza sulla strada di più mezzi di spostamento non importa nulla?
RispondiEliminaCome disse qualcuno più famoso di me, purtroppole le cose non cambiano in italia, ci sono gli italiani!
Buon inizio settimana.
Bella letterina, buona l'intenzione e anche la proposta. Ma poca roba per un'associazione che si propone di essere l'interlocutore principale per la ciclopedonalità a Lainate. Vorremmo vedere anche qualche presa di posizione più forte riguardo a come la ciclopedonabilità è emarginata nel nostro comune (in controtendenza con il clima generale che si sta diffondendo in altri). Basta guardarsi in giro e soprattutto circolare in bicicletta per il comune e frazioni (ma gli associati di ciclopolis lo fanno o sono ciclisti virtuali che escono solo la domenica sul villoresi?) per rendersi conto che non c'è un minimo di coerenza ne di pensiero in nessuno degli interventi recentemente effettuati (d'altronde cosa pretendere visto le idee dell'assessore di rifeirmento!) e sopratttutto cosa ben più grave non esiste nessun progetto a lungo termine per cercare di gestire la mobilità ciclopedonale in modo globale. Non ho sentito ne visto nessuna presa di posizione dell'associazione Ciclopolis per lo scandalo di questo PGT che non ha minimamente preso in considerazione i problemi ciclopedonali nell'enorme colata di cemento che seguirà nei prossimi 5 anni.
RispondiEliminaHo visto però che l'associazione è entrata nella "classififica" di quelle accreditate dal comune, chissà se quest'anno riceverà come le altre qualche finanziamento a fondo perduto a sostegno delle proprie meritevoli iniziative.......
Emigrate gente, emigrate!
Tutti devono poter accedere al centro, su questo sono d'accordissimo.
RispondiEliminaParliamo allora di quali zone del centro vorresti ridurre di velocità perchè, se non erro, la parte di piazza ha già quel limite (se non forse di meno, anche per la serie di buchi della piazza), per cui potremmo escludere da questo discorso piazza Vittorio Emanuele, via Garzoli, piazza Dante, via San Francesco, piazza Borroni e un pezzo di via Re Umberto.
Dove vorreste limitare a 30 km/h? viale Rimembranze? tutto? in parte? quali altre vie?
Non mi sembra che altri mezzi non possano circolare liberamente, nè mi sembra che tutti gli automobilisti facciano così spesso questi tratti a velocità superiori a 50 km/h. Quanti incidenti succedono all'anno in questi tratti? giusto per avere una statistica, per farmi un'idea.
Se vogliamo fare in modo che non ci sia alcun incidente, chiudiamo il centro (che ancora non ho capito quali vie comprenda), rendiamolo solo ciclo-pedonabile.
Ma per favore, prima di tutto, facciamo che siano i ciclisti ad imparare ad utilizzare le piste ciclabili, perchè vedere la gente in bicicletta che passa in via Re Umberto senza utilizzare la pista costruita appositamente per loro, fa venir voglia di piangere.
Alex (anch'io mi chiamo così.)
Ah, per non parlare della pista ciclabile di via Marche che, dopo mille peripezie, ora è terminata, asfaltata e protetta da cordoli di cemento-marciapiede. Usata? macchè!
RispondiEliminaAlex
Ciao a tutti,
RispondiEliminaporto il mio pensiero, da automobilista, ciclista e motociclista ( in pratica dovrei odiarmi da solo! ;) )
Prima cosa e dato di fatto, ci sono TROPPE AUTO circolanti e lo spazio per circolare è lo stesso di 50 anni fa, fatta eccezione per le "bretelle" varie costruite negli ultimi anni, i "centri storici" permettono una certa mole di traffico, superata la quale diventa pericoloso far convivere diversi mezzi, che siano auto, moto, pedoni, passeggini, monopattini...etc..etc.. e si creano i problemi. Ragionare su una soluzione, a questo punto non è affatto semplice, perchè una roba tipo Ecopass è una farsa....
Chiudere i centri storici alle auto "forestiere" è una soluzione, salvo adottare misure efficenti per non fare più danni che cose buone.
Seconda cosa, secondo me MOLTO importante, SIAMO INDISCIPLINATI di natura e il sistema non aiuta. Mi spiego.
Se dovessimo circolare seguendo i cartelli stradali ALLA LETTERA, credo che dovremmo andare tutti al pronto soccorso per nausea, perchè ogni buco nell'asfalto che fanno ci piazzano un segnalare di limite a 30km/h, se non venti, quindi dovresti fare, 50, 30 poi 20, poi 70 e magari intanto che vai a 70 trovi una stampella dei lavori in corso con un 30 e vi lascio immaginare che cinema ne verrebbe fuori. Allora le regola comune diventa la scelta autonoma dei limiti... associato alla nostra guida italiana alla "Michailsciumacher" , risultato....strade selvagge.
Fermatevi 15 minuti all'incrocio tra via Settembrini e via Re Umberto, a qualsiasi ora, e provare a guardare come si comporta la gente!! e capirete perchè qualsiasi regola si metta non sarà mai quella giusta! E qui devo dire che anche i vigili dovrebbero mettersi tutti i giorni li a fare multe salate e a ritirare qualche patente..ma quando sono li... come se nulla fosse...
Terzo e ultimo, la scorsa domenica sono andato sul villoresi in bici, a parte due corridori ( a piedi )che per non fermarsi momenti buttano un bambino nel canale.. anche qui diverse persone non sanno cosa sai l'educazione.
Quest'ultimo è il male comune di tutte le categorie della strada!! Purtroppo!!!
Qualche considerazione sui commenti al post di Claudio Stellari
RispondiEliminaLa zona 30 è un'intervento urbanistico a costo quasi zero che migliora la qualità della vita, riduce gli incidenti, favorisce l'uso di mezzi alternativi e quindi incrementa le attività commerciali, riduce l'inquinamento acustico e atmosferico. Non basta tutto ciò a fronte di una lieve limitazione alla libertà di fare con l'auto cio che si vuole?
Le modifiche strutturali della viabilità sono necessarie ma devono avere come obiettivo la riduzione della velocità nelle zone abitate e centrali.
Nei vari commenti quello che più mi impressiona è la rassegnazione, l'idea che nulla si possa cambiare, salvo poi trovare mille obiezioni ad una semplice proposta di limitazione della velocità nei centri storici (che esiste in ogni paese civile).
Certamente anche noi ciclisti abbiamo a volte dei comportamenti criticabili che secondo me rientrano nell'arte di arrangiarsi in un ambiente per noi ostile e comunque chi si comporta in modo indisciplinato sulla bici (o a piedi) generalmente lo fa rischiando sulla propria pelle e non mettendo in pericolo quella altrui (come fa chi guida un auto!). E' indubbio che anche noi ciclisti subiamo la frenesia tipica della nostra società e per arrivare due minuti prima mettiamo a repentaglio la nostra salute.
Le piste ciclabili vengono utilizzate se sono sicure utili e razionali, a volte vengono realizzate solo per mettere un fiore
all'occhiello dell'amministrazione senza consultare associazioni, esperti, ciclisti. E' ovvio che quando non sono concepite e realizzate in modo intelligente non vengono utilizzate e non si può attribuirne la colpa ai ciclisti.
Non c'é dubbio che la nostra società è fondata sull'automobile, chi è al volante si sente davvero onnipotente.
Quando vado in bicicletta, pur cercando di non ostacolare il traffico veicolare, percepisco nella maggior parte degli automobilisti un senso di fastidio nei confronti di chi si permette di occupare il "loro" spazio e magari li costringe per qualche istante a rallentare
Ci siamo mai chiesti perché nel nostro Paese attraversare la strada sulle strisce pedonali è un rischio enorme e ci si deve sentire quasi in colpa nel "costringere" le auto a fermarsi?
Siamo tutti anche automobilisti ma chi come me usa spesso la bici sia per spostarsi che per fare attività sportiva, quando è al volante ha un atteggiamento diverso e un maggior rispetto nei confronti degli utenti deboli.
Per Monica: La ciclabile di Via Re Umberto mi risulta sia percorribile in entrambi i sensi anche se ovviamente lo spazio è molto ridotto ma così è stata concepita, quindi le bici che vedi provenire dal semaforo non sono in contromano!
Per Mirko 74 : Ciclopolis è un'associazione nata da meno di un anno e con nessuna risorsa ma tanto impegno personale ha svolto numerosissime iniziative volte ad aumentare la sensibilità sul tema della ciclopedonalità di Lainate.
Nei confronti dell'Amministrazione Comunale abbiamo iniziato un percorso di confronto costruttivo non volendoci limitare a lettere di protesta e critica (pur necessarie), vedremo in futuro se questa strada darà i frutti sperati. Il nostro giudizio è fortemente critico sul PGT ma per contrastare queste decisioni non basta l'opposizione di una giovane associazione che
rappresenta una trentina di cittadini, solo un movimento d'opinione forte può cambiare le cose.
Diamoci da fare tutti, ma soprattutto invadiamo le strade di bici e le cose cambieranno.
Fabio Bucchi
Carissimo Fabio,
RispondiEliminase uno è maleducato lo sarà in bici, in auto, a piedi, con qualsiasi mezzo.
Io sono ciclista, ma è inutile cercare di giustificare il comportamento di alcuni gruppi di cicloamatori con " l'arte di arrangiarsi", perchè se escono in 20 e non stanno in fila indiana, come recita il codice, sono in torto. Punto. Diventano un pericolo per loro e per gli altri, come gli automobilisti.
Anche sulle nostre piste ciclabili ( Canale, Cesate, Lazzate, Misinto ) ogni domenica si trovano dei ciclisti, la maggiora parte di età adulta e quindi con sale in zucca, che fanno slalom tra mamme e bambini, per capire chi sia il più "figo" della compagnia, questo non è mettere il pericolo la via degli altri?
D'altro canto, come dicevo nel post precedente, è nella nostra cultura essere menefreghisti verso il prossimo, e, come dici giustamente tu, attraversare la strada è un numero da circo. Ma il problema non solo le auto ma gli automobilisti, non sono le moto ma i motociclisti e non solo le bici ma i ciclisti!
Capisco che la bici sia sicuramente un mezzo di trasporto da rivalutare visto che la uso e ne vado fiero, e approvo e incoraggio la grinta e la tenacia che serve e mettono associazioni come Ciclopolis per dare una scossa alla gente, ma non bisogna "farla fuori da vaso", ognuno di prenda oneri e onori.
La zona 30 sarà sicuramente a costo zero, ma ( mia opinione personale e quindi criticabile ) non credo che possa portare tutti i vantaggi che tu citi, soprattutto in ambito di inquinamento ambientale e acustico.
Con rispetto.
Roby
Continuo a non capire.
RispondiEliminaTutti sono ovviamente favorevoli alle bici, alle zone pedonali, al non inquinare, ecc. Continuo, tuttavia, a non vedere proposte e a sentire denigrare quanto fatto finora, mi spiego:
- Via Re Umberto: Cosa non va in questa pista? è stretta? quanto dovrebbe essere larga per essere corretta? Mica si può prevedere un flusso continuo di biciclette in entrambe le direzioni, non avrebbe alcun senso. Ci rendiamo conto che l'unica pista ciclabile che arriva al centro di Lainate non viene usata da metà dei ciclisti?
- Via Marche: Non va bene neanche questa? è solo per l'amministrazione comunale? E' asfaltata, sicura perchè protetta da cordoli in cemento e lunga. Cosa le manca?
Tornando alla Zona 30, si dice:
"Per favorire la riduzione della velocità dei motoveicoli occorre prevedere una serie di interventi strutturali come i rallentatori ottici e/o acustici, i dossi, i rialzi agli incroci, i cuscini berlinesi, le rotatorie e le isole spartitraffico senza creare ostacoli ai mezzi di soccorso."
La nostra piazza (che credo possa coincidere col centro storico) è tutta piastrellata e con limite di 30Km/h. Chi va di più? è piena di buche e dossi naturali, non è fisicamente possibile andare più veloce. Nel mio precedente post ho elencato tutte le strade del centro, e in tutte è in vigore questo limite. Quali mancano? Dove volete mettere dossi, rallentatori, dissuasori, rotonde? Già la piazza è essa stessa una rotonda! Ci sono pochi dossi in giro? a me sembra che ne nascano sempre di nuovi e di più alti, pericolosi anche per gli "invincibili" automobilisti.
Guardiamo la realtà, sono d'accordissimo che servano più piste ciclabili (che i ciclisti devono impegnarsi a utilizzare), ma il centro di Lainate è forse tra le zone meno criticabili del paese. Non ho ancora capito dove posso trovare una vera proposta di viabilità, mi indicate dove posso scaricarla?
Alex
Caro Alex, evidentemente tu non vedi questi problemi perchè non sei un ciclista e non percorri quelle strada con la bicicletta. Parlare, progettare e mettere in opera un sistema di ciclopedonalità non vuol dire fare "piste ciclabili", vuol dire considerare che sulla strada oltre alle macchine passano pedoni e auto, e che questo modo di spostarsi dovrebbe essee incentivato e non ghettizzato. Tutto qui. Avere una piazza di 20mq con i ciotoli non corrisponde ad avere un centro a zona 30 che dovrebbe essere molto più esteso ed integrato in un sistema di viabilità connesso sia per auto che per pedoni e ciclisti......manca la cultura, i ciclisti ci sono, e se non fossero ghettizzati ma incentivati ce ne sarebbero di più.
RispondiEliminaQuando vedi un ciclista che non percorre una pista ciclabile tu pensi subito " Va che pirla, gli abbiamo fatto la pista e non la usa", io invece che in bici ci vado, sono sicuro che se non la usa è perchè non è comodo, utile, pratico farlo. La pista ciclabile non deve essere un obbligo ma un vantaggio per il ciclista, che sicuramente se la trova più veloce e pratica della strada ci va. FAcci caso ma molte cosidette "piste ciclabili", soprattutto a Lainate, sono delle trappole per topi, montagne russe, stop continui, e in quei casi il ciclista, me compreso preferisce la strada. Ricordiamoci che la velocità media di una bicicletta va dai 15 ai 2o km orari e deve essere tale per considerarlo un mezzo sostitutivo all'automobile.
Pedalate gente, pedalate
Alex, per quanto riguarda la corsia ciclabile di Via Re Umberto nel mio post non ho espresso critiche, ho solo spiegato a Monica che la corsia si può percorrere in entrambi i sensi. Ovviamente lo spazio non è molto e quando ci si incrocia qualche problema c'é. Inoltre andando verso la piazza si trova un angolo molto pericoloso e arrivando in piazza le bici non sanno letteralmente dove andare, prova a farlo. Non mi pare comunque che questa pista non sia utilizzata, anzi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Via Marche, non ancora completata, ci sono molte critiche da fare. Il cordolo a me sembra un elemento di pericolosità e non di sicurezza, così come i continui passi carrai e i paletti e la condivisione con i pedoni. Io avrei trovato più razionale un metro di marciapiede per i pedoni e un metro di corsia ciclabile solo segnata (ma bene!) senza cordoli su entrambi i lati della strada. Ma sicuramente sulle soluzioni tecniche da adottare ci sono pareri diversi anche tra chi usa la bici, l'importante sarebbe discuterne.
Sono d'accordo con te che la piazza presenta già dei naturali ostacoli alla velocità ma quando si pensa a zone 30 ci si riferisce ad una zona più estesa, la piazza secondo me dovrebbe essere una zona pedonale e tornare ad essere un spazio di incontro come accade più o meno in tutti i paesi anche della nostra provincia.
Roby, nessuno vuole negare che ci siano ciclisti indisciplinati ma questo non deve costituire un alibi per lasciare le cose come stanno. Sono proprio le associazioni "cicloculturali" (FIAB in testa), che fanno informazione per diffondere la cultura della sicurezza e l'educazione anche da parte di chi usa la bici.
Che la riduzione della velocità produca gli effetti che citavo non è una mia opinione, prova a cercare in rete e vedrai quanta letteratura esiste.
Concordo in tutto sull'ultimo post di Mirko74
Ciao
Fabio
Caro Roby sono d'accordo con te quando affermi che “se uno è maleducato lo sarà in bici, in auto, a piedi, con qualsiasi mezzo”- Lo sono meno quando dici che “il problema non sono le auto ma gli automobilisti, non sono le moto ma i motociclisti e non sono le bici ma i ciclisti!”. Gli oggetti, gli strumento, i mezzi si comportano in base a come vengono usati ma non sono neutri in se. In un ambito urbano l'automobile non può definirsi neutra: pesa oltre una tonnellata, per muoversi consuma carburante ed emette gas di scarico inquinanti, muovendosi produce rumore e puzza, da ferma occupa suolo pubblico e essendo veloce e pesante se usata con imperizia può rivelarsi letale. Certo la validità di uno strumento dipende da come viene usato, ma di per se la bicicletta pesa una decina di kg, occupa poco spazio, per muoversi non necessita di combustibili pagati a caro prezzo, non emette sostanze inquinanti, ne provoca inquinamento acustico e se disgraziatamente viene usata con imperizia e maleducazione può sì provocare danni ma raramente devastanti. Detto questo nessuno vuole demonizzare l'automobile ne dargli battaglia, sarebbe una battaglia sbagliata e persa in partenza. Io per primo che adopero la bicicletta per ogni genere di commissione, per svago e sovente per recarmi al lavoro alla fine dell'anno ho più km segnati sul contachilometri della macchina che sul tachimetro della bici. La macchina mi è necessaria ma è inaccettabile che tutto gli debba girare intorno, compresa l'urbanistica, la viabilità urbana e le abitudini di vita. Alex e Claudio, perché qualsiasi discussione si deve ridurre a contrapposizioni tra parti? Autisti contro ciclisti, pedoni contro automobilisti, ciclisti contro pedoni; tutti contro tutti, rivendicando ognuno i propri sacrosanti diritti acquisiti o acquisibili senza sforzarsi di considerare i punti di vista altrui. La proposta della Zona 30 vorrebbe lanciare il messaggio che, al di là del mezzo che si preferisce usare per spostarsi, è arrivato il momento di aprire gli occhi e rendersi conto che gli spazi pubblici delle nostre città, dei nostri paesi sono da anni progettati per le automobili e per farle circolare senza intoppi ( tra l'altro con scarsissimo successo). Porto un semplice esempio personale che richiede però lo sforzo di guardare l'esistente da un punto di vista diverso rispetto a quello che siamo abituati o forse rassegnati a prendere: abito a Barbaiana e il centro commerciale di Rho dista in linea d'aria poche centinaia di metri. Considero scandaloso il fatto che quel luogo così vicino risulti irraggiungibile in sicurezza a piedi. Questo succede perché tutta la viabilità di quell'area è progettata in funzione dell'automobile e non dell'uomo, pedone o ciclista che sia. Questo è il messaggio, indipendentemente da bici o macchina: ripensare la città e la sua vivibilità in funzione delle persone e non dei loro automezzi. Quando ero bambino mia madre mi diceva di scendere in strada per andare a giocare ora per far giocare i miei figli mi tocca andare a cercare dei luoghi strutturati, un pò come gli indiani nelle riserve, oppure invitarli a salire in casa; sarà il progresso ma a me pare vada in una direzione che non è propriamente la migliore.
RispondiEliminaCondivido al 100 % l'analisi di Giuseppe, soprattutto apprezzo molto l'esempio conclusivo sul centro commerciale non raggiungibile in sicurezza da ciclisti e pedoni. Quasi ogni comune soffre queste situazioni, Nerviano ad esempio o meglio ancora la confinante frazione di Garbatola, hanno visto chiudere i piccoli negozi che oltre a beneficiare le attività produttiva e commerciali delle piccole aziende familiari, garantivano il servizio di approvvigionamento alla vecchietta, al disabile, o alla gente comune che eviterebbe volentieri l'uso dell'auto per prendere 4 panini e un litro di latte, eppure la direzione intrapresa è questa. Il centro commerciale non è più l'alternativa al negozio, è semplicemente l'unica possibilità rimasta per acquistare prodotti di prima necessità. Particolari di vita sociale sempre più vincolata all'uso esclusivo dell'auto, e quando questo mezzo non è possibile per cause di forza maggiore interviene il servizio comunale fatto di navette che raggiungono anziani e disabili presso il domicilio per portarli al centro commerciale a fare la spesa. Siamo al delirio più totale... stiamo regredendo verso una società che non solo non è più in grado di funzionare senza il consumo scellerato dell'auto per fare anche solo 1000 mt, ma non siamo più in grado di contrastare una logica auto-lesionista e anti-sociale che dovrebbe farci sprofondare nella vergogna. Consapevolmente o inconsapevolmente stiamo rinunciando al piacere di quelle piccole operazioni giornaliere che un tempo erano VITA SOCIALE. Andare a fare la spesa facendo 4 passi con la vicina di casa; andare a scuola a piedi o in bici con i propri compagni di classe; passeggiare o pedalare per il paese giusto per il gusto di farlo sono semplici operazioni di vita che non dovrebbero trovare ostacoli, eppure la situazione è esattamente quella descritta nel post. Condivido anche sul fatto che non bisogna creare scontri e contrapposizioni tra le differenti opinioni, ma bisognerebbe al contrario essere uniti nel difendere i diritti di chi l'auto non la può usare. Molte persone anziane, moltissimi extracomunitari, i giovani e il bambini, i disabili... insomma, se fossimo un pelo più coerenti e meno ipocriti e soprattutto meno stronzi, terremo conto delle fasce deboli e ne avremmo in cambio il beneficio delle piste ciclabili senza passare per cittadini viziosi che chiedo l'impossibile.....;-)
RispondiEliminaAlessandro - Osservatorio SensoCivico
Ho trovato interessante la riflessione iniziale di Claudio Stellari sull'argomento del 30 km /h in particolare se applicato sul tratto di via Re Umberto I che va dall'incrocio semaforico del ponte sul canale Villoresi in direzione Nord sino alla Via Franzoso (Esselunga) . Premetto che sono residente di via Re Umberto dalla nascita , cioè dal 1964 e ho un attività commerciale sulla medesima strada. Questo breve tratto di strada ha visto nel corso di questi anni ridurre notevolmente la mole di traffico che ad oggi si concentra nelle classiche fasce di orario 7,00-8,00 e 17,00 - 19,00.
RispondiEliminaRitengo pertanto che la presenza di zone con brevi tratti a velocità limitata sia un primo passo doveroso per garantire più sicurezza stradale a TUTTI , disincentivando auto, moto ed i pullman, soprattutto quando la via è libera dagli "ostacoli" delle auto parcheggiate, a pensare di essere all' Autodromo di Monza! La stessa cosa accade in direzione contraria verso il centro quando pur di superare il fatidico semaforo prima che riscatti il rosso , si schiaccia al massimo l'accelleratore, avventurandosi in pericolose ginkane per evitare di investire gli ignari pedoni e ciclisti .
Un intervento di questo tipo non costa assolutamente niente, salvo il costo di qualche cartello segnaletico luminoso alimentato dal pannello fotovoltaico. Se anche in questo modo, riusciamo a rendere la nostra città più vivibile a scapito di qualche secondo in più che dedichiamo alle nostre incolumità , mi chiedo perchè no?
Monica Bettolo
Bello che se ne parli, comunque.
RispondiEliminaSuggerisco un’altra suggestione.
E se si ritornasse a parlare della strada urbana come “pubblica via”.
Luogo pubblico, spazio relazionale dove avvengono inter-relazioni sociali?.
Non sto dicendo nulla di nuovo, la pubblica via è sempre stato il luogo degli incontri e degli scambi. Ci si incontrava, ci si metteva a seccare il granoturco, c’erano gli artigiani che rifacevano le sedie e gli ombrelli, c’era l’arrotino e via dicendo.
Lo è ancora una “pubblica via” nella quale si riflette la nostra società,che in questo momento è caratterizzata dal “fatevi furbi”, “fatevi i fatti vostri”, “io ce l’ho più grande e grossa e quindi ho più diritto” ,“ho sempre ragione io”, via i nomadi, via questo, via quello, e via tutto ciò che da fastidio al libero scorrere degli automezzi.
Nulla di strano che le relazioni tra i vari soggetti non siano delle migliori. Inoltre non c’è da dimenticare che spesso le imprecazioni che pedoni e ciclisti lanciano agli automobilisti, nascono dallo spavento e dalla paura provata in quel momento. Io mi sono stupito di me stesso per alcune reazioni che ho avuto nei confronti di alcuni automobilisti, ma è terribilmente spaventoso vedere uno che sta facendo di tutto tranne che stare attento alla guida e ti viene dritto addosso.
La pubblica via è privatizzata dagli automezzi. Bisognerebbe fare un referendum come quello contro la privatizzazione dell’acqua.
Si privatizza e si chiede ai pedoni e ciclisti di stare ai margini, di non intralciare. Insomma non date fastidio al conduttore.
Se evidenzi che esiste un problema di sicurezza dei cittadini ciclisti e pedoni ti si risponde che faremo le piste ciclabili. Bene, può essere una risposta giusta.
Ma subito dopo, scopri che nella maggior parte delle strade che frequenti le piste non ci stanno, o che i bilanci comunali non lo permettono. Che se vuoi le piste, devi accettare l’idea che venga consumato l’ultimo terreno agricolo rimasto trasformandolo in edificabile e dagli oneri conseguenti arriveranno le risorse.
Lo si chiama sviluppo del territorio. Io continuo a pensare che si chiama trasformare territorio da agricolo in edificabile. Incentivando inoltre l’arrivo di altre centinaia di automezzi.
Io credo che la scelta di fare a lainate le piste ciclabili-marciapiedi sia stat fatta in buona fede.
Credo che però sia una scelta determinata dalla priorità di liberare la strada e non di mettere in sicurezza i ciclisti. Sono pericolose, io non le userò mai. Ogni tre metri c’è un’uscita, cancelletto per i pedoni o cancello per le auto. Inoltre saranno fonte di conflitti tra ciclisti e pedoni.
Io vado al lavoro tutti i giorni con la bicicletta, nei 4 km che percorro solo 300 metri hanno una pista protetta per ciclisti. E sono furoi dal centro abitato.
Io credo che oggi a Lainate il pezzo di strada più sicuro sia il tratto in via litta. Il marciapiede per i pedoni è adeguato, i parcheggi ci sono e la carreggiata è larga quanto basta. La velocità è rallentata e tutti, con calma, si va dove si deve andare.
Si deve pensare non solo al codice della strada ma incominciare a costruire il “codice della via”
claudio stellari
Getile Sig. Giuseppe,
RispondiEliminaho esordito nel mio primo post con la frase " Ciao a tutti,
porto il mio pensiero, da automobilista, ciclista e motociclista ( in pratica dovrei odiarmi da solo! ;) )"
Capisco il suo pensiero e ovvio che la lotta all'inquinamento è difficile, ma l'automobile da sola non cammina, quindi è SEMPRE chi la guida il problema, come lo è per la bici e per la moto. Questo credo sia un dato di fatto. Il mio post nn voleva essere a difesa/attacco di nessuna delle tre classi, visto che sono "utilizzatore" di tutte e tre le categorie.
Non mi sono trovato pienamente d'accordo con il post di Fabio dove dice: "Certamente anche noi ciclisti abbiamo a volte dei comportamenti criticabili che secondo me rientrano nell'arte di arrangiarsi in un ambiente per noi ostile e comunque chi si comporta in modo indisciplinato sulla bici (o a piedi) generalmente lo fa rischiando sulla propria pelle e non mettendo in pericolo quella altrui (come fa chi guida un auto!)."
Che l'automobilista/motociclista siano più pericolosi per il discorso massa + velocità è fisica, non posso dire di no, ma dire che per il ciclista essere maleducato sia "arte d'arrangiarsi" non è giusto. E ho portato esempi di vita reale, perchè un Biker che sul canale va a 40km/h schivando i bambini ha le stesse probabilità di ammazzare una persona di un automobilitsa a 30km/h in centro abitato.
Quindi, tirando le somme, è l'educazione a fare la sicurezza, poi l'episodio è sempre in agguato, ma il primis l'educazione.
Per la zona 30, INSERITA NELLA MENTALITA' VIARIA de nostro bel paese, MIO PARERE, non la vedo come questo vantaggio in ambito traffico/smog/rumore, ma è un mio parere, la nostra educazione civica non è così sviluppata... purtroppo... infatti la maggior parte dei casi studiati dio zona 30, si rifà a paesi Nord-Europei, notoriamente più ligi all'educazione stradale, vuoi per controlli seri e mirati, ma soprattutto per una società civile all'avanguardia che oltre alle zone 30 offre delle qualificate e funzionali alternative all'auto/moto.
Grazie per lo spazio!!
Buona gioranta a tutti!
Roby
Il mio discorso non vuole essere Automobilisti VS Ciclisti. E' un discorso che non regge, devono convivere entrambi, possibilmente nel modo più pacifico possibile.
RispondiEliminaSiamo tutti d'accordo, ci sono tante (troppe) macchine, che impediscono alle biciclette e ai pedoni di muoversi come vorrebbero e dovrebbero. Tuttavia, si deve per forza affrontare la realtà, ha poco senso pratico il parlare astrattamente di piste ciclabili, zone 30, aria pulita e pace nel mondo.
Quello che vorrei capire è, quindi, qual è la proposta concreta.
Mi avete detto che il solo centro è troppo ristretto per essere considerato sufficiente (anche se inizialmente si parlava di centro urbano) e che la zona 30 dovrebbe essere estesa maggiormente. Perfetto, elenchiamo allora queste vie, e proponiamo dove fare dossi, rotonde, spartitraffico, ecc.
Ecco che la situazione diventa molto più concreta, che magari può anche essere utile ad un assessore alla viabilità e non diventa una discussione fine a se stessa tra Auto VS Bici.
Supponendo che la Zona 30 debba allargarsi partendo dal centro, credo che quindi debba arrivare almeno fino a Via 25 Aprile/Via Garbagnate da una parte, fino a via De Amicis dall'altra, in fondo a Viale Rimembranze e, quindi, alla rotondona tra via Mengato/Da Vinci/25 Aprile. Corretto? o Dovrebbe essere ampliata ulteriormente?
Se è corretto, mi sembra che siamo già pronti a scontrarci con una serie di prolematiche...
Dove mettiamo le rotonde? In fondo a Via Re Umberto la vedo difficile, c'è un canale che ci passa sotto... in via Litta non hanno molto senso... A metà di Viale Rimembranze sarebbe una buona cosa, toglierebbe un semaforo, ma ci sono i Carabinieri da mandare via, altrimenti una rotonda non ci sta...
Torniamo alle piste ciclabili. Sarebbe bella una pista che si fa tutto Viale Rimembranze, ma vedrete anche voi che è parecchio stretto... dove la mettiamo? Forse qualche dosso potrebbe rallentare la velocità delle auto, ma comunque non sarebbe altro che un palliativo. Si può pensare a tirare su parte del marciapiede, ma ci sono alberi enormi di mezzo, li abbattiamo? Ecco che però la soluzione diventa tutt'altro che a costo zero.
Anche gli spartitraffico li vedo difficili, in Via Litta ce n'è già uno, ma le altre strade mi sembrano un po' strette.
Ecco, infine, che si può partire a proporre, ma proposte serie, anche di pedonalizzazione completa, di reingegnerizzazione totale della viabilità. Proponiamo soluzioni realmente praticabili, non limitiamoci a combatterci l'un l'altro, solo allora forse potremo far sentire un po' di più la nostra voce, con proposte concrete già pronte.
Sono tante le cose cui si deve tenere conto. Ad esempio, i pullman che passano in piazza sono dannosi sia per la viabilità sia per la piazza stessa, che non è in grado di reggerne il peso. Ma tutte le persone che prendono i bus in Piazza Matteotti, cosa ne penserebbero di dover spostare la fermata di un(?) centinaio di metri?
Le macchine parcheggiate in Via Re Umberto sono sicuramente fastidiose, ma senza quei parcheggi sono pronto a scommettere che tutti i negozi (vestiti, bar, parrucchieri, lavasecco, pasticceria, ecc) presenti nella via avrebbero impatti negativi notevoli: il parcheggio più vicino diventerebbe l'Esselunga, dato che quello di fronte alla Benetton è sempre pieno...
Sarebbe forse il caso di prevederla a senso unico verso Origgio fino a via La Marmora allora, almeno si dimezza il traffico, e con le vie perpendicolari si può gestire un sali/scendi un po' come tra Via Garbagnate e le traverse Labriola, Turati, Treves, Grandi.
Pensate gente, e proponete. Concretamente.
Concretamente si potrebbe già far rispettare tutte le zone 30 che ormai a lainate sono tante ma nessuno se n'è accorto.
RispondiEliminaPer esempio l'automobilista che ha investito l'ultima ragazza in via de amicis, avrebbe dovuto andare a 30 km, come lì è previsto, e quindi avrebbe evitato di invadere l'altra corsia e colpire la ragazza.
Le rotonde, ancora una volta sono strutture che servono agl automezzi. Se qualcuno crede che facilitino la circolazione continui a crederlo, ma non è vero. Le rotonde non sono per i ciclisti che anzi quando sono costretti ad entrarci cominciano a pensare se riusciranno ad uscirci. Io sono per i semafori, sono democratici. Ci si ferma tutti e si riparte tutti alle stesse condizioni. Nella rotonde si scatenano le lotte sociali tra chi è più furbo ha la macchina più grossa, è arrivato prima. ecc ecc.
Molto prima del previsto ci troveremo a dover pensare alle città senza le auto, ma questo non perchè siamo diventati tutti bravi, ma perchè le risorse saranno poche e la benzina costerà tantissimo. Quelli furbi stanno già trasfrormando le loro città in luoghi senza auto. Solo noi facciamo finta di niente.
Zona trenta in tutta la città. Sulle interurbane velocità libera e piste ciclabili protette e separate. Claudio Stellari
Claudio capisco il tuo sfogo, e per certi versi appoggio le tue riflesioni, ma le rotonde hanno il loto vantaggio, il problema, come mi ostino a dire da 3 o 4 o post SONO CHI LE USA!! SIAMO NOI CHE NON SIAMO CAPACI AD USARLE!!! CAPIAMOLA!!
RispondiEliminaLe lotte sociali, come le chiami tu giustamente, ci sono perchè siamo SOCIALMENTE INADATTI ALL'EDUCAZIONE altrimenti ci rispetteremmo e useremmo le regole corrette e le rotonde sarebbero un grande mezzo per distrubuire il traffico! Questo è il problema!! Perchè anche ALCUNI ciclisti, soprattutto in gruppo, le rotone, gli stop, i semafori, non sanno nemmeno cosa siano....altrimenti perdono il ritmo....
Dobbiamo cambiare NOI CITTADINI, non le regole!!
Ma basta con questa Zona 30 e questa lotta di classe. Non deve essere un bici VS auto!!
RispondiEliminaLa ragazza è stata investita in via De Amicis perchè l'automobilista ha tagliato la curva. Questo implica che andasse forte? Una curva la posso tagliare anche a 15km/h!
Le rotonde sono una grazia, dimezzano il traffico e i tempi di percorrenza e non sono dannose per nessuno se usate con correttezza.
Di nuovo mi trovo d'accordo con Roby, è la gente che deve imparare l'educazione, sia chi va in bici, sia chi va in auto. Le regole già ci sono.
Claudio, se le Zone 30 già ci sono come dici, di cosa siamo qui a parlare allora? Di nuovo siamo finiti su una lotta di classe, e io ancora non ho sentito uno straccio di proposta per una sola via di Lainate con una soluzione concreta.
Sai cosa dico? Io voglio la pace nel mondo!
ciao ciao, spiace se non mi spiego bene.
RispondiEliminaIo semplicemente penso che, leggendo l'ultimo rapporto della regione lombardia sugli incidenti mortali e gravi che hanno coinvolto ciclisti e pedoni nel 2009 emerge una strage inutile di vite umane, oppure di vite spezzate e costrette a vivere sulla carrozzina o a deambulare con protesi.
Leggendo i dati relativi alle morti causate dall'inquinamento provocato anche dalla combustione degli automezzi c'è da preoccuparsi.
Ritengo utile e meritevole i tentativi di intervento delle varie amministrazioni. Ma e ripeto ma, credo che forse il problema delle sicurezza dei pedoni e ciclisti sta anche nel fatto che ci sono troppe auto in circolazione e vanno troppo forte.
Se è vero, e io ci credo, mi sembra logico arrivare alla conclusione che l'unico modo è quello di ridurne il numero che attraversa il centro abitato e di ridurne la velocità nel centro abitato.
Concordo sul problema dell'educazione e della cultura, ma io non posso farci niente non sono la Gelmini. Sono anche convinto che la cultura è determinata anche dalla sovrastruttura. Nel questionario fatto nelle scuole medie emergeva il fatto che molti ragazzi non andavano a scuola in bici perchè "lo zaino è pesante" oppure perchè a scuola non c'è una struttura che permetta di lasciare al sicuro la bici.
Certo anche a 15 all'ora puoi invadere una corsia, ma se mi vieni addosso a 30 all'ora è come se io cadessi dal primo piano, se mi vieni addosso a 50 è come se cadessi dal terzo. le conseguenze sono diverse. Io non ho parlato di lotta tra automobilisti e ciclisti e non ne parlo.
Atra considerazione, anni fa il prefetto di milano impose ai comuni, tra cui lainate, di dotarsi di un piano urbano del traffico perchè l'inquinamento atmosferico in alcune vie era a livelli insopportabili. Si spostò semplicemente il traffico, e il relativo inquinamento in altre vie. Inoltre si istituirono i sensi unici in alcune vie del centro. Dato di realtà: se abito a nord del villoresi per entrare in bici in centro devo fare il giro dell'oca. Per garantire il deflusso delle auto si è creato un ostacolo alle bici. Ora c'è la pista sperimentale in via re umberto ma alla fine ti trovi ancora in uno spazio a senso unico.
Alex chiede proposte concrete, io l'ho già fatta ed è semplice e non costa niente. Limite di velocità a 30 km nel perimetro del centro abitato.
A breve ve ne faccio un'altra ancor più carina. Va bene la pace nel mondo ma non quella eterna per i ciclisti e pedoni. Sempre utile parlarne. ciao ciao
Mi spiace di nuovo ripetermi, ma la soluzione nuovamente non è concreta.
RispondiEliminaLimite di 30 Km/h in tutto il perimetro del centro abitato cosa significa? fino a via Kennedy a nord, fino a dove di via Garbagnate? e tra Lainate e Grancia come si considera? E Barbaiana termina col Sempione? E Per Nerviano da dove parte il limite? Capite che non ha significato imporre un limite? La proposta della Zona 30 non fissa un limite, ma propone una serie di interventi (rotonde, spartitraffico, dossi,...) che costringono forzatamente l'automobilista a non andare a più di 30 Km/h (ma che hanno un loro costo e loro problemi infrastrutturali). Puoi tappezzare tutta Italia di cartelli a 30 Km/h, ma non otterrai alcun risultato.
Cambiamo strategia allora, tassiamoci di più, assumiamo altri 20 vigili, il cui unico scopo è multare rigorosamente tutti coloro che infrangono i limiti. Capite che il costo zero è di nuovo andato a farsi benedire?
La pista su via Re Umberto è bidirezionale, e io che abito a nord del villoresi la utilizzo per entrare in paese, il giro dell'oca lo faccio se in centro ci voglio andare in auto.
Le auto esistono, facciamocene una ragione, e molti le utilizzano perchè non possono fare altrimenti: se lavoro dall'altra parte di Milano, è improbabile che io ci possa andare in bicicletta. Il traffico va forzatamente incanalato in alcune vie a maggior scorrimento, come la circonvallazione, per cercare di diminuire il problema nel centro abitato.
Non limitiamoci a fare proposte megagalattiche che non possono per forza di cose avere riscontro nella realtà. Preferisco avere qualcosa di meno, ma molto più reale.
Io invece ci credo che può essere una piccola soluzione concreta e le poche volte che uso l'automezzo mi mantengo sui 30 km orari nel centro abitato.
RispondiEliminaclaudio stellari
Come in tutte le cose il cambiamento avviene se lo metti in atto in prima persona.
RispondiEliminaSe credi che andare a 30 km orari nel centro abitato sia utile, fallo.
claudio stellari
Oggi l'amico Giancarlo mi ha suggerito una buona idea. Sperimentare la chiusura al traffico nel centro storico dalle 17.30 alle 19.00 per ridurre la presenza di autoveicoli che attraversano la città direzione Rho-Saronno. Chiusura incrocio via Clerici. Cosa ne pensate?
RispondiEliminaclaudio stellari